venerdì 21 marzo 2008

ROM, IL CORRIERE DELLA SERA FA PALESE E IRRESPONSABILE DISINFORMAZIONE

Lettera aperta pubblicata su "Il Manifesto" (edizione milanese) di oggi, 20 marzo 2008.


Nell’edizione di ieri, giovedì 20 marzo, sezione Cronaca di Milano, il Corriere della Sera sceglie deliberatamente e spudoratamente di fare disinformazione relativamente allo sgombero (in realtà “allegerimento” ) del campo Rom di via Bovisasca, andato in scena l'altro ieri mattina (19 marzo) alle prime luci dell’alba.
Nell’imbarazzante articolo, a firma Andrea Galli, si scrive testualmente che: «i residenti della Bovisa, preparatisi dall'alba alla massiccia offensiva, tornano a casa mogi mogi»


Chi scrive - insieme ad altri cittadini del quartiere – era presente e può testimoniare che durante le varie fasi dello sgombero (che sgombero fortunatamente non è stato) non era presente pressoché nessun residente del quartiere favorevole alla rimozione del campo. Erano invece presenti – questo sì – diversi degli abitanti della Bovisa riunitisi responsabilmente la sera prima presso la biblioteca della zona, per trovare soluzioni partecipate e sostenibili al problema della presenza di centinaia di cittadini Rom su un territorio da oltre trent’anni altamente contaminato.

Andrea Galli per motivi non dichiarati – ma facilmente intuibili – decide di travisare completamente la realtà, inventando di sana piana fatti mai avvenuti. Inoltre si concede il vezzo di infiorettare sulla dolorosa vicenda, ricamando intorno ad un vecchietto (di cui si tace ovviamente il nome e del quale non è pertanto assolutamente dimostrabile l’esistenza) che sarebbe stato platealmente disgustato dal “finto sgombero” – per chi volesse un saggio delle indiscutibili doti affubulatorie del cronista del Corriere, è possibile leggere l’articolo a questo link.

Per chi scrive non è difficile individuare a che gioco stiano giocando il Corriere e il suo cronista Andrea Galli. E’indubitabile che il “prodotto” Rom=cattivo/minaccia alla sicurezza sia, allo stato attuale, infinitamente più vendibile e commerciabile dell’eventualità (auspicabile) di una pacifica convivenza tra cittadini Rom e cittadini italiani. Galli e il Corriere, consci di questa tristissima ma innegabile verità, scelgono di puntare sul cavallo vincente anche a costo di violentare la realtà dei fatti, anche a costo di inventare di sana pianta cose mai avvenute, anche a costo di mentire sapendo di mentire. E’ il loro il comportamento più riprovevole per un giornalista – un comportamento che dovrebbe causare ipso facto la radiazione dall’ordine dei giornalisti – ma è anche un comportamento che, in termini biecamente commerciali – paga e molto. A Galli e al Corriere non importa se così facendo si ingenerano spirali d’odio, si incita la gente allo scontro razziale, si tirano fuori a persone – forse altrimenti pacifiche – rancori, invidie, gelosie, in un corsa autodistruttiva verso il peggio. A Galli e al Corriere non importa nella misura in cui esasperare i toni equivale a vendere più copie. E’ il loro un comportamento che, da un punto di vista etico, merita solo disprezzo e riprovazione.

Se esiste come purtroppo esiste anche una Bovisa diffidente, non aperta al dialogo, paurosa – che si oppone alla Bovisa democratica, accogliente, antirazzista che rappresenta invece la bella novità di questi giorni – questa si è limitata solo alle raccolte di firme, alle petizioni e forse ora anche alle lettere di protesta ai giornali. Ma è rimasta al chiuso delle proprie case, non ha avuto - come difficilmente ha, pervasa di egoismo e individualismo com’è - il coraggio di manifestare apertamente le propri (fragili) idee. E pertanto ieri mattina, non era presente quando le ruspe entravano nella baraccopoli di Via Bovisasca. E’ rimasta passiva e marginale, mentre prevaleva – fortunatamente – l’altro lato, accogliente e solidale, dell’ex quartiere operaio della periferia Nord di Milano.

Ti piace questo post? Votalo su OkNotizie

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per fortuna che il suo vice-direttore,che ha fatto carriera grazie al fatto di essere mussulmano,si è fatto battezzare in pompa magna dal Papa.

Eliolibre ha detto...

Brutta notizia, è morto Gino Donè Paro, l'italiano che fece parte dei rivoluzionari che si imbarcarono sul Granma per dare inizio alla Rivoluzione cubana. Ne parlo quì:
http://vivacubalibera.blogspot.com/2008/03/ciao-gino-il-popolo-cubano-non-ti.html

Ricerca Google

Google