mercoledì 12 ottobre 2005

MARCHETTE MILIARDARIE

Il fatto è tristamente noto a tutti. Con la finanziaria attualmente in via di approvazione in Parlamento, lo stato eliminerà l’Ici da tutte le proprietà della Chiesa.

Un regalo alla Santa Sede quantificato sui 300 miloni di euro all’anno. E non è tutto. Con un aberrazione legislativa (purtroppo non rara di questi tempi, caratterizzati non solo dalla contabilità creativa ma anche dalla “legiferazione creativa”), la norma sarà retroattiva, con tanto di simpatico rimborso miliardario per il Vaticano.

Il tutto contestualmente ai tagli agli enti locali, ai servizi pubblici, e a cultura e spettacolo.

(Secondo calcoli precisi, l’ammontare intero delle regalie alla Chiesa sarebbe il corrispettivo dei tagli previsti per Agis, enti lirici, e mondo dello spettacolo in generale. Tagli che, ricordiamo, mettono in forse la presenza nei prossimi anni del Festival di Venezia o della stagione lirica della Scala…)

Ma fin qui sembra quasi superfluo indignarsi. Siamo in campagna elettorale e il Polo deve sfondare al centro. Per andare sul sicuro, perché non “comprare” direttamente - senza tergiversare - il voto dell’elettorato cattolico ?

Ciò che scandalizza di più, in questa vicenda, è il silenzio della Chiesa nei confronti di questa gigantesca e infame marchettona. Una chiesa che mai come in questi tempi è sembrata “volare alto” dibattendo dei massimi sistemi e dissertando di bioetica e diritto alla vita, di valori e di lotta al relativismo, ma che in questa occasione invece incassa zitta zitta il “mazzettone statale”, dimenticandosi completamente della sua sbandierata alta missione spirituale.

Non una voce - di quelle autorevoli perlomeno - si è per ora levata per difendere la dignità dell’istituzione cattolica di fronte a questo plateale tentativo di corruzione, di fronte a questi “trenta denari” dello stato. Non una voce per ora ha ricordato che Gesù i mercanti gli ha cacciati dal tempio, invece di fare affari con loro!

Più di 700 anni fa Dante nel XXXI canto del Purgatorio definiva la Chiesa “puttana sciolta” e auspicava una sua spiritualizzazione e un suo ritorno alla povertà e alla serietà delle origini. Che qui, come in mille altri campi, la lezione del Padre della lingua italiana, sia ancora valida?

P.S. Con tutto il rispetto per i missionari, i preti-operai e “di strada” che – in barba al Vaticano, a Ratzinger e a Ruini - testimoniano ogni giorno, attraverso il loro operare, una fede che non è mai rassegnazione e accondiscendenza verso i potenti, ma impegno, solidarietà e spirito di giustizia.

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