domenica 19 febbraio 2006

CORRIDOIO N. 5

Anche se personalmente, per assonanza, mi ricorda solo Mattatoio n.5 , il bel romanzo di Kurt Vonnegut sul bombardamento alleato di Dresda , Il Corridoio 5 è un grande infrastruttura imprescindibile. Sulla colossale opera ferroviaria che dovrebbe unire Lisbona e Kiev, oggigiorno, s’ode a destra e a sinistra sempre e solo il medesimo squillo di tromba: non rimaniamo fuori dall’Europa! Poco importa se per farlo libereremo quantità ingenti di uranio e amianto in una regione, la Val Susa, che già ora vanta il primato nazionale dei casi di cancro. Non rimaniano fuori dall’Europa!

Dentro l’Europa però, a quanto pare, non siamo in buona compagnia: infatti, per realizzare l’alta velocità da Lisbona a Lione bisognarerebbe rifare ex-novo tutta l’autarchica ferrovia del generalissimo Franco mentre dall’altra parte, oltre Trieste, hanno altri problemi ben più gravi a cui badare. Soli al comando, dunque. Ma non è questo il primo merito della Tav. Piuttosto, ci sembra, quello di realizzare in un’ epoca di onnipresenza mediatica del Cavaliere (e di concomitante assenza del Mortadella) un simulacro di par condicio. La par condicio del conflitto d’interessi. Con appalti equamente divisi tra l’azienda di famiglia del ministro Lunardi (la Rocksoil) e la cooperativa rossa (?) Cmc, vicina a Ds. Insomma un gigantesco affare bipartisan. E vi sembra giusto che un pugno di valligiani preoccupati possa mandarlo a monte?

1 commento:

bruno strukel ha detto...

Sono d'accordo con le considerazioni generali presentate. Infatti nè il Portogallo, Spagna, Slovenia, Ungheria e l'Ucraina hanno il denaro per costruire una simile opera ciclopica. Solo l'Italia con i suoi uomini politici "corrotti" ha il coraggio di indebitare le generazioni future per lucrare a man bassa.
bruno.strukel@gmail.com

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