Fa impressione tornare a Lima vent’anni dopo. Passeggiare per luoghi conosciuti tanto tempo fa e dispersi tra i ricordi dell’infanzia. San Luis, Magdalena del Mar, Chorillos - luoghi che al turista o al visitante medio non dicono nulla – ma che a chi ci ha vissuto tanto tempo fa’ ricordano un clima e un epoca lontanissimi…
Fa impressione anche ritrovare la stessa nebbiolina, la stessa garua, la stessa pioggerellina fine alla mattina e lo stesso mare grigio che si perde nella foschia dello zoccolo che sovrasta il malecón limeño…
E ritrovare purtroppo anche lo stesso Alan Garcia di vent’anni fa…
Non è cambiata molto Lima in questi vent’anni…Miraflores è sempre più esclusiva, arroccata nella sua superbia di quartiere lussuoso, di vaso di ferro in mezzo a tanti vasi di coccio, così come i pueblos jovenes sono sempre più poveri, oceani di miseria e squallore che si allungano a perdita d’occhio nel deserto che circonda la capitale…
Il continente-Lima continua ad avere i suoi quartieri popolari, i suoi quartieri disagiati ed inavvicinabili ed i suoi quartieri-vetrina ad uso e consumo dei turisti o degli uomini d’affari che, passeggiando tra centri commerciali e ristoranti che vendono il lomo saltado a 9 euro, possono davvero illudersi e credere nella favola del miracolo economico fujimoriano.
Quello che rispetto a vent’anni fa forse non c’è più – fortunatamente – è quel soffocante clima di piombo e violenza, quel senso di minaccia incessante per la guerra civile strisciante tra esercito e senderistas. Quell’impressione che tutto potesse precipitare da un momento all’altro e sprofondare il Perù nell’ennesimo turbine di insurrezioni militari, colpi di stato, desapariciones, ecc…
Se ripenso a quei tempi, tre episodi appaiono come sovradimensionati nella mia memoria di bambino catapultato dall’altra parte del mondo…
Il primo riguarda il nostro arrivo a Lima nel cuore della notte, in una città sconvolta da un coprifuoco poliziesco e brutale. Il taxi che ci portava dal Callao a Miraflores venne fermato una ventina di volte, da gendarmi minacciosissimi. Ogni volta chiedevano i documenti e infilavano la canna del mitra nell’auto. Ricordo che in un paio di casi me la puntarono pericolosamente vicino alla tempia…
Il secondo ricordo mi riporta a una mattina nella centralissima Plaza de Armas. Quella piazza, che ancora oggi, vent’anni dopo, vede sempre la stessa minacciosa presenza di un mezzo d’assalto blindato a lato del palazzo presidenziale.
Io e mia madre siamo seduti su una panchina vicino alla fontana. Arriva un gendarme e ci dice con tono perentorio: «¡Aquí no se puede sentarse!». Mia madre accenna un timido «¿Porquè?» a cui il militare risponde con un secco e stentoreo «¡Porquè no!».Quel che sottintende quel perentorio invito è fin troppo ovvio, e infatti io e mia madre ci allontaniamo in tutta fretta.
Il terzo ricordo è il peggiore di tutti e mi riporta a un pomeriggio grigio, in una vietta vicino a Plaza San Martin. Io e i miei genitori in un taxi parcheggiato, ad aspettare il nostro abogado. Dal fondo di una strada vediamo arrivare correndo un ragazzo, sudato e ansimante. Dietro cinque poliziotti armati di tutto punto. Lo raggiungono e lo spingono contro un muro e quindi incominciano a massacrarlo di manganellate e calci. Mia mamma cerca inutilmente di coprirmi gli occhi, mentre il tassista dissuade mio padre dall’intervenire. Sono scene che fortunatamente dal vivo non ho più rivisto nella mia vita – a parte forse (!) a Genova…
E’innegabile che almeno da questo punto di vista, rispetto al terrore di quegli anni le cose oggi in Perù vadano meglio. Gli indios non vengono più malmenati dai vigilantes se cercano di entrare nei negozi di Miraflores. Ma d’altra parte non hanno nessun motivo di entrarci dato che ogni cosa lì costa più o meno tre volte tanto che altrove. L’apartheid di vent’anni fa sta perdendo ogni connotazione razziale per diventare squisitamente socio-economico – come dimostra il caso della discoteca Cafe del Mar.
Per il resto Lima è la stessa di sempre…piena di gente ospitale e di una malinconia sottile che ti si appicicca sulla pelle insieme alla pioggerellina della mattina e ti accompagna nei taxi che percorrono la via expresa, nei ristorantini che sanno di ceviche e risuonano tutto il giorno di salsa, nelle viuzze intorno alla Plaza de Armas, ripiene di gente che si arrabatta come può, vendendo banane, spilli o software pirata.
E poi quell’odore particolare che ha Lima, tanto indefinibile quanto inconfondibile che ti assale appena scendi dall’aereo e ti ritrovi in mezzo alla garua.
Mi ha fatto piacere ritrovare, riscoprire, rincontrare Lima dopo tanto tempo. Lima, la mia città, la città in cui ho passato più tempo nella mia vita, dopo Milano. Se sono quello che sono, nel bene o nel male, lo devo anche a lei.
6 commenti:
Francesco hai avuto la capacità di farmi commuovere...
Anche io ho tante cose e tanti ricordi cose che mi legano a Lima...
Ci sei mancato. Bentornato.
bentornato francesco...
Annalisa, sono contento che il mio "diario" peruviano ti ricordi Lima...
A presto
Francesco
Ciao a tutti, ho letto per caso questo blog, sono un appassionato dell'America Latina, il tuo racconto è stato molto toccante.
ciao,
Marco
Ciao Francesco,
sono Laura. Questa mattina mi sono risvegliata con il bisogno di ritrovare i miei ricordi,la mia infanzia...mi sono imabattuta nel tuo blog e non ho potuto far e meno di ritrovarmi nelle tue parole. Ho 22 anni e soltanto a sei anni, dopo essere stata una delle vittime, come la mia famiglia, del terribile attentato di Miraflores del 1991 da cui ci siamo salvati per miracolo, ho lasciato Lima e non ci sono più ritornata. All'inizio avevo solo voglia di dimenticare, ma crescendo sento sempre più forte l'esigenza di ritornarci, di ritrovare quella parte di me che ancora lì dimora..per poter continuare a crescere. Sento il bisogno di capire bene, di conoscere bene quel periodo storico, di ricostruire il tutto. Ogni singolo ricordo è chiaro in me, ma il tutto resta cmq offuscato. Io ti ringrazio davvero.
Laura
Ciao Laura,
purtroppo scopro solo ora il tuo commento...se davvero questo mio piccolo ricordo di Lima può esserti minimamente servito a riappropriarti un pochino della tua terra e del tuo passato, ne sono veramente felice.
A presto, torna a trovarmi se vuoi.
Francesco
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