SEMPRE MENO SANTO
C’è forse ancora qualcuno disposto a gridare «santo subito»?
(Sullo stesso argomento, leggi anche questo articolo di qualche mese fa’).
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L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L'orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l'utopia? A questo: serve per continuare a camminare. (Eduardo Galeano)
C’è forse ancora qualcuno disposto a gridare «santo subito»?
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Etichette: AMERICA LATINA, RELIGIONI
Nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, un campo rom di Roma è stato assaltato a suon di molotov e spranghe. Com’era prevedibile oggi quasi tutti i telegiornali ne hanno parlato. Ma in tempi di ordinanze draconiane contro i lavavetri, tutti (da Rete 4 al Tg3!) hanno parlato di “protesta da parte di cittadini esasperati”. Semplici cittadini esasperati!
Ora, fossero anche tutti cani sciolti, cioè non inquadrati in formazioni o gruppi neofascisti o d’estrema destra, non possono essere chiamati semplici cittadini. Chiunque assalti con molotov e spranghe un campo nomadi non è mai un semplice cittadino. Ma un nazista. E basta.
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Etichette: POLITICA ITALIANA
E’ di pochi giorni fa infatti la notizia che il Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni (MTC) ha ordinato la sospensione delle trasmissioni (e quindi successivamente sequestrato con apposito blitz poliziesco, tutte le apparecchiature per la trasmissione) a Radio Orion, un’emittente radiofonica di Pisco.
La motivazione ufficiale parla di questioni burocratiche legate al rinnovo della licenza, ma ovviamente le ragioni sono altre. E cioè il fatto che da qualche settimana Radio Orion stava dando voce allo scontento dei cittadini di Pisco relativamente alle operazioni di ricostruzione della città dopo il terremoto. Operazioni che di fatto non sono ancora cominciate. Così come quasi completamente disattesa appare la promessa del governo centrale di indennizzare i feriti del sisma con la (modica per la verità) cifra di 800 soles – un po’ meno di 200 euro.
E cosi vià la licenza. Per evitare che, così come avvenuto di recente in occasione dell’annuale commemorazione dello sbarco di Jose de San Martìn, si verifichino proteste e manifestazioni contro l’inefficace e assente politica di soccorso ai terremotati del governo di Alan Garcìa.
E non finisce qui: da quando è al potere nuovamente Alan Garcia ha già cancellato la concessione a ben tre canali televisivi nazionali d’opposizione.
Ma tutto questo non turba i sonni delle turbe di presunti paladini internazionali della liberta d’espressione, scesi in campo in massa lo scorso giugno contro la decisione del governo venezuelano di non rinnovare la frequenza all’emittente GOLPISTA Rctv. Alan Garcia infatti non è Chàvez, e il Perù che ha firmato un trattato di libero commercio con gli Stati Uniti non è il Venezuela, e quindi gli interessi occidentali nel paese andino non sono minacciati da prospettive di nazionalizzazione, politiche di redistribuzione o qualunque altra cosa che sulla stampa internazionale possa essere etichettata come “populista”. E così senza la brama del petrolio venezuelano a spingerla, anche la difesa della libertà d’espressione scompare, non buca lo schermo, non interessa più a nessuno.
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E ritrovare purtroppo anche lo stesso Alan Garcia di vent’anni fa…
Il continente-Lima continua ad avere i suoi quartieri popolari, i suoi quartieri disagiati ed inavvicinabili ed i suoi quartieri-vetrina ad uso e consumo dei turisti o degli uomini d’affari che, passeggiando tra centri commerciali e ristoranti che vendono il lomo saltado a 9 euro, possono davvero illudersi e credere nella favola del miracolo economico fujimoriano.
Quello che rispetto a vent’anni fa forse non c’è più – fortunatamente – è quel soffocante clima di piombo e violenza, quel senso di minaccia incessante per la guerra civile strisciante tra esercito e senderistas. Quell’impressione che tutto potesse precipitare da un momento all’altro e sprofondare il Perù nell’ennesimo turbine di insurrezioni militari, colpi di stato, desapariciones, ecc…
Io e mia madre siamo seduti su una panchina vicino alla fontana. Arriva un gendarme e ci dice con tono perentorio: «¡Aquí no se puede sentarse!». Mia madre accenna un timido «¿Porquè?» a cui il militare risponde con un secco e stentoreo «¡Porquè no!».Quel che sottintende quel perentorio invito è fin troppo ovvio, e infatti io e mia madre ci allontaniamo in tutta fretta.
nei negozi di Miraflores. Ma d’altra parte non hanno nessun motivo di entrarci dato che ogni cosa lì costa più o meno tre volte tanto che altrove. L’apartheid di vent’anni fa sta perdendo ogni connotazione razziale per diventare squisitamente socio-economico – come dimostra il caso della discoteca Cafe del Mar.
E poi quell’odore particolare che ha Lima, tanto indefinibile quanto inconfondibile che ti assale appena scendi dall’aereo e ti ritrovi in mezzo alla garua.
Mi ha fatto piacere ritrovare, riscoprire, rincontrare Lima dopo tanto tempo. Lima, la mia città, la città in cui ho passato più tempo nella mia vita, dopo Milano. Se sono quello che sono, nel bene o nel male, lo devo anche a lei.
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La vignetta di Vauro di oggi sul Family Day è indecente, inappropriata, controproducente e non fa nessun onore al suo (spesso) glorioso autore. Dimostra pochissima intelligenza e tanto qualunquismo. Un qualunquismo non diverso da quello di testate come «Libero» o «Il Giornale» che quando devono attaccare un rappresentante degenere di una certa categoria sociale, ne fanno discendere ipso facto una condanna ingiuriosa di tutta la stessa categoria (tipo “i no-global sono tutti black-block”, “gli iscritti alla Cgil sono tutti terroristi” e via dicendo…).
Soprattutto appare irritante perché riproduce una pratica insultatoria tanto cara alla destra: l’utilizzare l’insulto per parlare d’altro, schivare i problemi sul tavolo (la questione dei Dico) e spostare il confronto sul “personale” . Che a Vauro piaccia o meno, il suo tacciare tutti i preti di pedofilia e perfettamente speculare alla vulgata secondo cui tutti i comunisti mangiano i bambini, o tutti i Rom sono ladri e malviventi.
Occorre ricordare a Vauro che in molte zone d’Italia (come qui a Milano) i preti hanno in gran parte disdegnato il Family Day di Roma.
Ma occorre soprattutto ricordare a Vauro che le prime vittime del clima controriformista della chiesa attuale (di cui il Family Day è massima espressione) sono i preti stessi, i preti operai che a Brancaccio o a Salvador de Bahia, con il loro impegno quotidiano salvano decine di bambini dalla criminalità, dall’abbandono e dalla povertà. Accusare l’intera categoria di pedofilia a causa di qualche decina, forse centinaio di casi in tutto il mondo è una boutade che non aiuta assolutamente a risolvere il serissimo problema dell’ingerenza Vaticana sull’attività legislativa del parlamento italiano, ma che anzi contribuisce stupidamente e scelleratamente ad alienarsi il sostegno di tanti cattolici fortemente critici nei confronti dell’operato delle gerarchie cattoliche.
Dispiace che voi, cari amici del Manifesto, abbiate deciso di prestare il fianco ad un’operazione tanto irresponsabile e di cattivo gusto, qual è quella odierna del pur sovente ottimo Vauro.
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Ogni tanto mi commuovo guardando qualche videocassetta registrata negli anni ’80, vedendo prima e dopo il film pubblicità di film d’autore o di spettacoli teatrali in prima serata.
Oggi invece perfino un Fassino fa il suo outing a favore dei reality show. Per combattere lo strapotere della tv Berlusconi infatti non serve una legge sulle telecomunicazioni valida (cioè una legge diversa dalla Gentiloni), ma – continuano a ripeterci gli spin doctors del Centrosinistra - bisogna semplicemente vincere la gara degli ascolti con Mediaset portando la televisione di Stato al suo stesso livello ributtante. Di chi faccia il gioco una tale concezione lo possono capire tutti, tranne forse la nostra classe dirigente.
Ma consoliamoci, su Rai Uno c’è sempre Giannino Riotta che come dice Prodi tanto «piace a tutti». Forse – malgrado alcuni meriti innegabili come l’aver promosso il libro di Saviano – non proprio a tutti.
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Camminare domandando
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Se odi l'ipocrisia di chi "sta sempre con la ragione e mai col torto", se credi che la verità sia piu nei dubbi e nelle domande che non nelle risposte, se credi che non è tutto oro ciò che luccica e che questo non è il migliore dei mondi possibili, se aborri tutto cio che è trendy, fashion, glamour, se non hai "preso per buone le verità della televisione", se credi che "ognuno di noi da solo non vale nulla", se non ti sei ancora rassegnato, se odi le pacche sulle spalle e i sorrisetti di circostanza,se odi il cinismo, l'intolleranza e l'arroganza, se viaggi sempre in "direzione ostinata e contraria", se "i tuoi piedi sono il tuo solo bagaglio"...allora rilassati.....qui sei a casa!