La notizia la conoscete tutti: Gianni Vattimo, il filosofo teorico del pensiero debole è da oggi il primo (e ancora unico fortunatamente!) firmatario di una petizione contro la protesta dei monaci buddisti in Tibet e – nello specifico - contro il presunto “attacco mediatico occidentale” mirante ad occultare (sic!) quanto realmente sta avvenendo in Cina. Attacco mediatico che – secondo l’appello – si configurerebbe come una «versione aggiornata del piano imperialista inglese contro la Cina».
Si potrebbe rispondere in tanti modi a queste affermazioni. Per esempio scomodando le denunce e le inchieste di associazioni per i diritti umani paludate e attendibili come “Amnesty International” o “Human rights Watch”.
Ma probabilmente non ne vale la pena. Forse la cosa migliore è porsi l’unico interrogativo sensato in questo frangente: qualcuno avrà avvertito il filosofo Vattimo che negli ultimi vent’anni la Cina, da autoritario regime comunista si è trasformata nel più rapace paese imperialista della terra, alfiere di un neoliberismo ancora più selvaggio di quello dei vituperati Stati Uniti?
p.s. Dimenticavo: tra le altre motivazioni anti-Tibet e pro-Cina addotte da Vattimo vi è il fatto che il Tibet sia un paese “teocratico” – ancorché democratico – dove l’autorità civile e quella religiosa non sono rigorosamente distinte. Nulla da eccepire: spero anche io che un futuro Tibet indipendente sia in grado di secolarizzarsi al più presto.
Ma Vattimo sarebbe disposto un domani a fare lo stesso discorso di fronte a un' ipotetica invasione statunitense della teocraticissima – e per nulla democratica – Repubblica islamica dell’Iran?
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3 commenti:
Davvero un bel post, che condivido in pieno...
quello della teocrazia è un argomento che ho sentito più volte, e secondo rivela una pochezza d'animo a una ristrettezza di vedute indicibile... e te lo dice un ateo di quelli d'assalto!
GG
Forse Vattimo voleva confermare questo:
di Sara Flounders *
Il 14 agosto il Dalai Lama (DL) - figura di spicco del buddismo tibetano- era a New York in Central Park. In questa citta' era gia' apparso in tre incontri al Teatro Beacon (tutto esaurito) piu' altre occasioni in cui persone benestanti hanno potuto pagare fino a 1000 dollari un biglietto per poterlo ascoltare.
Il Dalai Lama, con il considerevole aiuto dei maggiori media, e' divenuto una figura di culto. Lo si chieda a chiunque si sintonizza abitualmente sulle radio-televisioni piu'importanti. Anche se non si interessa di politica, costui dirà che il Dalai Lama e' una persona buona, santa ed una "forza spirituale". Il suo nuovo libro "L'arte della felicita'", scritto assieme con Howard C. Cutler, e'stato pubblicizzato fino a che non e' entrato nella lista dei best-sellers per 29 settimane.
Ma il Dalai Lama e' veramente un uomo non-politico? Se così fosse, perche' questo "santo" che si ritiene non ammazzerebbe un insetto, ha appoggiato i bombardamenti NATO sulla Jugoslavia? Le persone interessate alle questioni di carattere sociale dovrebbero sapere che, come Papa Giovanni Paolo II, il DL denuncia l'aborto, tutte le forme di controllo delle nascite e l'omosessualita'.
L'imperialismo USA ha molta esperienza nell'uso dei sentimenti religiosi di milioni di persone. La CIA formò un blocco unico con il Papa, che aveva l'appoggio di milioni di cattolici, per abbattere il socialismo in Polonia. Non dovrebbe stupire il fatto il DL sia utilizzato anche dalla CIA.
D'altro canto, le figure religiose che si oppongono agli USA sono demonizzate o diventano obbiettivi degli assassini - dall'Arcivescovo Romero in Salvador ai religiosi musulmani in Libano e Palestina/Israele.
Lo scorso anno Hollywood ha realizzato due importanti film sul Tibet. Gli Studios amano il DL, che, come si e' detto, incorpora lo spirito e le aspirazioni del popolo tibetano. I ricchi gruppi che ora controllano Hollywood - Disney e la Tristar - entrambi appoggiano l'organizzazione Free Tibet.
Hollywood glorifica la classe religiosa tibetana ed il suo presunto passato idilliaco allo stesso modo in cui "Via col vento " glorificava la classe dominate schiavista e razzista del vecchio sud.
Uno di quest film, "Sette anni in Tibet", e' stato basato su di un libro scritto da un nazista austriaco, Heinrich Harrer, coinvolto in alcuni dei crimini piu' brutali dei nazi-fascisti austriaci. Harrer finì in Tibet durante la seconda guerra mondiale in missione segreta per l'imperialismo tedesco, che stava tentando di competere con l'imperialismo britannico in Asia. Egli fu accettato nel circolo più ristretto, fra la nobiltà tibetana.
L'imperialismo e le culture indigene.
In tutto il mondo le società indigene dal Nord America, alla America Latina, l'Africa e l'Oceania sono state decimate. La ricca varieta' di culture e' stata scalzata, calpestata, ridicolizzata. I nativi sono stati sterminati in tutto il mondo da tutte le forze che adesso sembrano essere rispettosamente in adorazione della cultura tibetana.
Il Tibet e il buddismo tibetano sarebbero stati di scarso interesse per l'imperialismo britannico ed americano se non fosse stato per la grande rivoluzione cinese, che ha spazzato via tutto il vecchio mondo e la corrotta società feudale.
Questa e' stata una rivoluzione che ha coinvolto movimenti di massa di milioni di contadini poveri organizzati per la distribuzione delle terre e per la cacciata dei vecchi signori feudali. Tale grande sollevamento sociale ha liberato le energie creative e la partecipazione di un quarto dell'umanità.
Tuttora però i media occidentali glorificano il vecchio Tibet.
L'era della divisione della Cina e del suo dominio
Per oltre 100 anni, le potenze imperialiste dell'Europa occidentale ed il Giappone hanno mantenuto la Cina nelle sfere di loro influenza, proprio come l'Europa ha mantenuto l'Africa fra le sue colonie. Gli Stati Uniti allora si opponevano a questo, ma solo in quanto esclusi dall'accesso in Cina per i loro affari. Nell'ottocento la Gran Bretagna, potenza dominante, combattè due guerre contro la dinastia Manchu per il diritto al controllo sulla vendita dell'oppio in Cina. Nel 1904 la GB lancio' una invasione su larga scala del Tibet. Col trattato di Lhasa la Cina fu costretta a concedere due aree di commercio alla GB, e a pagare un ingente somma per riparare alle spese militari della guerra.
Nel 1949 l'armata Rossa era vicina alla sconfitta definitiva dell'esercito del Kuomintang del generale Chiang Kai-shek, aiutato dagli USA. Washington allora stava operando per far aderire il Tibet all'ONU come paese indipendente. Gli sforzi fallirono perché il Tibet e' considerato da oltre 700 anni come provincia cinese, ed anche il Kuomintang asseriva che la Cina includesse il Tibet e l'isola di Taiwan.
Oggi mentre l'imperialismo USA cresce e diventa sempre più aggressivo, esso si sta muovendo su vari fronti per forzare la separazione dalla Cina del Tibet, di Taiwan e della provincia occidentale del Xinjiang.
Proprio come nei Balcani e nella ex-Unione Sovietica, le grandi corporations americane supportano ed incoraggiano i separatisti per rompere e controllare completamente le aree del globo che precedentemente erano libere dal dominio imperialista.
La vita nell'antico Tibet.
Il Tibet pre-rivoluzionario1949 era una regione totalmente sottosviluppata. Non possedeva alcun sistema viario. Le sole piste erano quelle della preghiera. Era una teocrazia feudale basata su agricoltura, servitù e schiavitù.
Oltre il 90% della popolazione era senza terra e ridotta in servitù. Erano legati alla terra ma senza alcuna proprietà loro figli erano registrati fra le proprietà del loro Signore.
Non vi erano scuole, eccetto i monasteri in cui (pochi) giovani studiavano canti. Il totale degli studenti presenti in scuole private era di 600 studenti. L'educazione per le donne era totalmente sconosciuta. Non vi era alcuna forma di assistenza sanitaria, non vi erano ospedali in tutto il Tibet.
Un centinaio di famiglie nobili e gli abati dei monasteri - anche essi membri di famiglie nobili - possedevano tutto. Il Dalai Lama viveva nelle 1000 stanze del palazzo di Potala. Tradizionalmente era scelto nella sua infanzia fra i giovani delle famiglie potenti. Egli rimaneva poi come un pupazzo sotto il controllo del notabilato che lo seguiva.
Per il contadino medio la vita era breve e misera, il Tibet aveva il più alto tasso di tubercolosi e mortalità infantile nel mondo. Oggi il Tibet ha 2380 scuole primarie, moltissime scuole professionali e l'istruzione si svolge in lingua tibetana. Vi sono oltre 2000 dottori, 95 ospedali cittadini e 770 cliniche.
La lotta di classe in Cina.
Nel 1949 la Rivoluzione Cinese stabilì primariamente che il Tibet fosse una regione autonoma con molti piu' diritti di quanti ne avesse mai avuti in precedenza. La politica del PC Cinese fu quella di attendere che si sviluppassero le condizioni fra le classi oppresse tibetane per il sollevamento e la cacciata del regime feudale.
La schiavitù fu dichiarata fuorilegge solo dal 1959, 10 anni dopo la Rivoluzione. Ciò avvenne dopo un grande movimento di massa che isolò il Dalai Lama. E' vero, comunque, che il PC cinese abbia sfidato gli antichi costumi tibetani.
Prima di tutto il governo cinese pagò un adeguato salario a tutti coloro che lavorassero alla costruzione delle strade. Ciò distrusse totalmente l'usanza della servitù. Prima di ciò un servo poteva sopravvivere lavorando per il Signore: non per guadagnare ma per il cibo.
Ancora più rivoluzionario fu pagare i ragazzi e gli ex-schiavi per frequentare le scuole; essi furono anche dotati di libri, vitto e alloggio. Nelle famiglie più disperate avevano dovuto lavorare anche i bambini per sopravvivere. La nuova politica rivoluzionaria sollevò per la prima volta il livello economico delle classi più oppresse di questa società così rigida.
La Cia mobilita le resistenza delle classi-dominanti
Dal 1955 la CIA iniziò a costruire un esercito controrivoluzionario in Tibet, molto simile ai Contras in Nicaragua e, più recentemente, al finanziamento ed addestramento dell'UCK in Kosovo.
Il 16 agosto 1999 su Newsweek e' apparso l'articolo "Una guerra segreta sul tetto del mondo - i monaci e l'operazione segreta della Cia in Tibet", nel quale si descrivono in dettaglio le operazioni CIA dal 1957 al 1965.
Analogamente, il principale articolo del Chicago Tribune del 25 gennaio 1997 descriveva lo speciale addestramento dei mercenari tibetani a Camp Hale nelle Montagne Rocciose in Colorado, per tutti gli anni '50.
Tali mercenari furono paracadutati in Tibet. In accordo ai famigerati "articoli del Pentagono" ci sono stati almeno 700 di questi voli negli anni 50. Furono usati C-130, come piu' tardi in Viet-Nam, per portare munizioni ed armi. Vi erano anche basi speciali a Guam e ad Okinawa, dove furono addestrati soldati tibetani. Gyalo Thumdup, fratello del Dalai Lama, seguì le operazioni, e non era certo un mistero. Se ne faceva un vanto.
Il Chicago Tribune aveva titolato "La guerra segreta della Cia in Tibet" ed afferma in modo chiaro che "ben poco sulle operazioni Cia in Himalaya e' veramente segreto, eccetto forse ai contribuenti USA che le hanno finanziate".
La CIA diede una rendita annuale speciale di 180000 $ al Dalai Lama per tutti gli anni 60; questa e' ora una piccola fortuna in Nepal, ove aveva organizzato un esercito ed un governo virtuale in esilio. Gli USA hanno anche organizzato delle radiostazioni per proiettare in Tibet l'"immagine" del DL come quella di un dio-re.
Ralph McGhee, che ha scritto molti articoli sulle operazioni CIA, e mantiene anche un sito web, ha descritto in dettaglio come la "compagnia" abbia promosso il DL. L'ufficio CIA NATIONAL EDOWDMENT for DEMOCRACY ha procurato denaro per un fondo per il Tibet, per la Voce del Tibet, e per la campagna internazionale per il Tibet.
* da Workers World
Caro anonimo,
la ricostruzione da te postata si ferma agli anni '60. E non sposta di una virgola il discorso già fatto. Tu, Vattimo e tutti gli altri siete indietro di trent'anni. La Cina è ormai una potenza imperalista al pari degli Usa. Anzi in parte "la Cina è gli stessi Usa" visto che ne ha comperato buona parte del debito pubblico. Io credo che sarebbbe ora di aggiornare la vostra visione del mondo.
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