domenica 7 ottobre 2007

IN PRINCIPO ERA IL VERBO. E IL NEOLIBERISMO ERA IL VERBO

Oggi ascoltavo con interesse l’intervista della sempre dannosa Lucia Annunziata al ministro Padoa Schioppa. Tra le tante domande inerenti alla neonata finanziaria, a un certo punto la solita fatidica domanda: “Cosa pensa di fare rispetto al problema più grave dell’Italia degli ultimi anni, la spesa pubblica”?


La maggiorparte dei telespettatori l’avrà sentita senza farci caso, come d’abitudine. A furia di sentirselo dire che la spesa pubblica è un problema, ormai ne siamo tutti convinti. La spesa pubblica è un problema. Ma la spesa pubblica è davvero un problema?

All’origine c’è la comunità europea che stabilisce il rapporto deficit/Pil non oltre il 3% - rapporto peraltro discutibile, ma soprasediamo. L’Italia è stata lungo al di sopra di questo rapporto. Ma ora le cifre parlano chiaro: l’Italia è all’ 1,7 nel rapporto deficit/Pil. E lo ha fatto senza ricorrere a (ulteriori) tagli della spesa pubblica, ma semplicemente ricorrendo a una vigorosa lotta all’evasione fiscale. Lo ha fatto attraverso l’extragettito. Obbiettivo raggiunto, tutti contenti, no? Invece no, perché la spesa pubblica non è stata tagliata.

Ogni paese dovrebbe avere il diritto di gestirsi i conti come meglio crede. Ci sono diversi modi di raggiungere un certo livello di bilancio. Riduzione della spesa certo, ma anche lotta agli sprechi, aumento delle imposte, recupero dell’evasione fiscale, ecc…Noi l’abbiamo raggiunto mettendo fine a una falla decennale: quella di un’evasione fiscale che era la più alta del mondo occidentale. Tutto a posto dunque, no? E invece no, bisognava tagliare la spesa pubblica.

Tagliare la spesa pubblica non è più una questione funzionale o meno a un progetto politico ed economico. E’ un dogma. E’ il dogma dell’unica vera grande religione che il mondo occidentale riconosca nell’era postmoderna in cui viviamo: il neoliberismo. E il taglio della spesa pubblica, la privatizzazione e l’esternalizzazione che ne consegue sono il cardine di ogni ricetta neoliberista. In realtà non sono assolutamente necessarie al recupero del rapporto deficit/Pil, come dimostra quanto avvenuto negli ultimi mesi. Ne è detto che aiutino il pareggio di bilancio, altro punto cardine del neoliberismo. Non parliamo poi del loro effetto sull’economia globale, sullo sviluppo, sulla diffusione della ricchezza.

Ma la questione è un’altra. Che importanza ha dimostrarne l’inutilità di una cosa quando ormai questa è assurta a dogma di fede, a verità rivelata? Si può forse dimostrare l’inutilità delle religioni, delle fedi? Possono valere le argomentazioni razionali nei confronti di dogmi inculcati nelle menti di centinaia di migliaia di inconsapevoli ed ossequienti fedeli sparsi ormai in tutto il mondo occidentale? Qualcuno può metter in discussione una religione?

Il taglio della spesa pubblica così come il neoliberismo non sono più una forma applicabile o meno da stati e governi. Sono diventati dopo anni di sermoni mediatici l’unica via possibile, l’unica soluzione, l’unica verità, per folle sempre più grandi. Non è più il tempo di “Nulla salus extra ecclesia”. Ora il nuovo verbo è “Nulla salus extra mercato”.

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

c'e' pero' un elemento che dovresti valutare nel dettaglio, e non fermarti solo a considerare i nomi delle cose, ma anche il loro contenuto. La tassazione media italiana e' in linea, o leggermente superiore, a quella europea. Se l'evasione fiscale e' da noi, come indubbiamente lo e', particolarmente ampia, cio' significa solo che chi paga davvero le tasse le paga troppo.
Il recupero dell'evasione fiscale dovrebbe servire a ridurre questo eccesso. Se viene invece usato per ridurre il debito, finiremo per essere il paese piu' tassato d'Europa. E questo perche' nella spesa pubblica c'e' un enorme spreco, ed e' questo spreco che va eliminato, incominciando intanto a ridurlo. Magari aumentando anche la spesa pubblica sociale o in investimenti produttivi.
C'e' modo e modo di ridurre la spesa pubblica, ma dire che non va ridotta e' del tutto sbagliato.

Davide Bessi ha detto...

ciao francesco, più che di spesa pubblica, la nuova credenza occidentale(per usare una espressione sapientemente coniata da G. Rist riguardo allo sviluppo, un altro mito occidentale che mettere in dubbio significa essere tacciati d'eresia - vedi Latouche) sembra essere la tassazione. Basta vedere come hanno risposto da destra (Bonaiuti, Cicchitto) a ....destra(?!) (Capezzone) quando TPS ha elogiato le tasse, l'hanno preso per un eretico, uno che mette in dubbio delle verità così lamapanti ed autoevidenti che non hanno neanche bisogno di essere argomentate....manco avesse detto, chessò, che "Mussolini non ha mai ammazzato nessuno"....
e poi lasciami dire una cosa, meno male che l'italia non ha il diritto di gestire i propri conti come crede, dopo 5 anni di finanza creativa, se la UE non avesse messo qualche freno, altrochè argentina...

ciao
davide

Anonimo ha detto...

in realtà tps non ha mai parlato di tagliare la spesa pubblica, ma di riqualificarla. di spendere meno e spendere meglio. meno burocrazia, più welfare. naturalmente questo pensiero ha a che fare sia con liberismo che con il socialismo.

Unknown ha detto...

x Mikecas: lo dici tu stesso che la tassazione è in linea con quella Europea - con tutto che gli altri paesi non hanno i nostri problemi di evasione fiscale. Quindi dov'è il problema con le tasse?
Poi bisognerebbe rovesciare la questione: il problema non sanare il debito con le tasse. Il debito esiste perchè c'è l'evasione fiscale. Se scompare l'evasione fiscale grossomodo scompare anche il debito.
x Supramonte: la mia polemica non è con Tps che si sta comportando in maniera equilibrata, ma con i mille pappagali che hanno imparato il mantra del taglio alla spesa pubblica e lo ripetono ogni pie sospinto come se fosse la verità assoluta.
Davide: Sono d'accordo. Ricordo un manifesto scritto da alcuni intelletuali francesi per sostenere Segolene Royal che diceva "Viva le tasse". Magari ci fosse anche in Italia. Preferisco pagare le tasse e avere buoni serizi piuttosto che il contario.
Per quanto riguarda ui conti la Ue fa bene a fissare dei tetti (Pil/deficit 3%). Come ci si arriva poi dovrebbe essre a discrezione del pase.
Con la finanza creativa e i tagli alla spesa repubblica eravamo al 4% suppergiù, ora con conti puliti ed extragettito siamo all'1,7. Più chiaro di così...

Anonimo ha detto...

pensavo di essere stato chiaro, ma evidentemente mi sbagliavo.
Quella che e' in linea con la media europea, ma in realta' leggermente superiore, e' l'imposizione fiscale media totale. Il totale delle tasse, intendo.
Se l'evasione e' molto grande, questa somma totale e' pagata da molte meno persone, per cui su di loro grava una tassazione eccessiva. E la cosa e' talmente evidente per i lavoratori dipendenti che fa quasi specie doverlo ricordare.
Che poi la spesa pubblica contenga innumerevoli sprechi, e' un dato altrettanto visibile.
Non dimentichiamoci poi che dobbiamo ridurre il deficit globale, e non credo sia corretto farlo mantenendo solo alte le tasse per chi le paga, o magari aumentarle ancora.
La spesa pubblica va razionalizzata di brutto, ed e' un'esigenza prima di tutto sociale.
C'e' anche chi strumentalizza il fatto, ma non basta a varlo diventare falso.

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