DA ALAN GARCÍA A HUGO CHÁVEZ, QUANTO E' CAMBIATO L'ATTEGGIAMENTO DELLA "SOCIALDEMOCRAZIA" EUROPEA VERSO IL SUDAMERICA!
Quando più di vent’anni fa nel 1985 Alan García andò al potere in Perù, era l’ “idolo” della socialdemocrazia europea, da Craxi a Felipe Gonzales. Era giovane (a 36 anni il più giovane presidente della repubblica sudamericana), colto, aveva studiato all’estero, la sua retorica incantava i peruviani durante i celebri balconazos. Soprattutto era fautore di una politica eterodossa nei confronti del Fondo Monetario Internazionale e credeva, a ragione, che se il Perù non avesse rallentato i pagamenti al grande organismo monetario e non si fosse allontanato dal piano di aggiustamento strutturale che invece il suo predecessore Balaunde aveva seguito pedissequamente, il Perù non si sarebbe mai rialzato dalla recessione Conobbe il suo trionfo nel giugno del 1986, quando il congresso dell’Internazionale Socialista si tenne proprio a Lima ed egli, per non rovinarsi la festa con i suoi omologhi europei, diede probabilmente carta bianca ai suoi generali per reprimere con la violenza alcune rivolte carcerarie senderiste che avrebbe potuto offuscare il ritorno di immagine del vertice – furono i massacri di El Frontón, Lurigancho e Santa Barbara, i più gravi del suo primo mandato.
Fu a quei tempi, quando per l’opinione pubblica mondiale era l’astro nascente della sinistra sudamericana, che Alan García, per far fronte alla scarsità di latte e al rincaro del suo prezzo nel paese, nazionalizzò la leche Gloria, l’azienda casearia nazionale peruviana, di proprietà della Nestlè (che ovviamente rispose per le rime). Fu una decisione importante e coraggiosa, una delle tante prese dal presidente peruviana in quel primo scorcio del suo mandato, prima che molte sconfitte e ed una corruzione dilagante finissero per ammorbidire la sua politica sino a tornare nei canoni dell’”ortodossia”, in mezzo alla più grande crisi economica recente della storia del Perù. Una fine ingloriosa lontana dalle premesse e dalle aspettative del primo bennio (1985-1987) del suo governo. Quel primo biennio del suo mandato, il cui esperimento eterodosso riuscì a portare effettivi – ancorché effimeri - benefici al Perù (una notevole ripresa economica) e garantì al mandatario peruviano, una stima senza eguali nell’ambito socialdemocratico europeo.
pressoché totale dell’analfabetismo, inclusione sociale. Ma non gode assolutamente, presso gli ambienti bene della socialdemocrazia europea, di un decimo dei favori di cui godeva, con le stesse parole d’ordine, il vecchio Alan Garcìa – ora peraltro trasformatosi in arcicorrotto fondamentalista neoliberale.
E proprio in questi giorni, alla stregua di quel lontano
Ma in ogni caso la sua minaccia, ancora non concretizzatasi, viene vista e descritta da tutti i media internazionali come l’ennesima offensiva statalista e non trova alcun appoggio internazionale fuori dall’America Latina – come del resto tutta la sua politica.
Vent’anni dopo esatti Chávez ha riproposto una manovra simile, benché molto più oculata, (la nazionalizzazione della banca centrale) e l’ha sottoposta però a referendum popolare – dimostrando quindi maggior prudenza dell’Alan García degli anni ottanta. Perso il referendum l’ha accantonata.
Viene da chiedersi: chi dei due è l’estremista, chi il moderato? Chi è il socialdemocratico e chi lo statalista?
Perché la socialdemocrazia che all’epoca sosteneva l’interventismo un po’ disordinato di Alan García oggi si dissocia e si distingue da quello tutto sommato moderato di Chávez? Cosa è successo e cosa è cambiato nel frattempo, nella socialdemocrazia europea? Perché ciò che vent’anni fa appariva riformista e socialdemocratico, oggi viene descritto come massimalista?







6 commenti:
Credo che non si puo proprio parlare di socialdemocrazia oggi in Europa. Forse si puo parlare di liberali di sinistra, ma già questo è tanto visto le politiche economiche che propongono.(ovviamente scluso qualche caso nel nord europa)
Poi sicuramente conta tanto nella diversa percezione dei fenomeni la diversa situazione geopolitica e la corsa alle risorse
Un bel post. Mi consola leggere che qualcuno dice ancora cose ragionevoli su Chavez e la sinistra sudamericana
kuki
Ormai definire la parola socialdemocrazia in Europa è piuttosto difficile.Tutti alla ricerca di soldi e benessere,tutti alla ricerca di audience,populismo,cose effimere,si è perso completamente e forse irreversibilmente il senso della misura e la cognizione di quello che possono essere altre realtà come quelle dell'America Latina.Complimenti a questo Blog, a Gennaro Carotenuto e altri che ancora ci informano su quello che succede veramente.
x Sparkaos: sostanzialmente condivido, non a caso ho messo la parola socialdemocrazia tra virgolette...
x Kuki e Anonimo: vi ringrazio. Anchio credo che sia in parte il "benessere" (nella sua eccezione peggiore) che spinge a destra e modifica la percezione occidentale dei fenomeni socio-politici extraeuropei, fino a descrivere come assurdo ciò che solo vent'anni fa, appariva normalissimo e forse auspicabile...
oggi compro LATINOAMERICA, sfoglio l'indice e..il signor camminare domandando. il dibbio che non fossi tu e non un omonimo è subito fugato dalla lettura dell'aricolo.
complimenti
Roberto
Roberto, ti ringrazio. Anche se a causa del tempo intercorso prima della pubblicazione alcune cose possono essere state in parte superate dai fatti, spero di essere riuscito a restituire l'"atmosfera" di Santa Cruz. A presto
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