NIGERIA, PFIZER SOTTO ACCUSA PER ESPERIMENTI SUI BAMBINI
La vicenda risale al 1996. Allora nel paese centrafricano scoppiò una gigantesca epidemia di meningite (ed in subordine altri gravi focolai di colera e morbillo).
Ora il tribunale di Kano chiede alla Pfizer un indennizzo di 2,7 miliardi di dollari, all’interno dei quali rientrano 25 milioni di dollari come rimborso per le spese sostenute dallo stato nigeriano per curare i bambini usati come cavia, 350 milioni di dollari per le spese in aiuto alle vittime e ulteriori 200 milioni per sradicare i pregiudizi che l’episodio ha causato tra la popolazione del paese. Proprio questa vicenda è infatti alla base del fallimento di alcune campagne di vaccinazione contro la poliomielite promosse dall’Oms negli ultimi anni – fenomeno tutt’altro che trascurabile se si considera che
Di fronte a queste pesantissime accuse la strategia di difesa scelta dalla multinazionale appare straordinariamente debole. La corporation continua a sostenere da una parte che i decessi sarebbero stati causati dalla meningite e non dai i farmaci (cosa che tuttavia è stato messa in discussione nel 2001 dal rapporto di un comitato di esperti pubblicato l’anno scorso dal Washington Post ) e dall’altra che comunque il protocollo della sperimentazione era conforme alla legge nigeriana. Come a dire, che se anche
Il succitato rapporto del 2001 usa peraltro parole piuttosto franche e inequivocabili: parla di “sfruttamento dell’ignoranza” delle persone coinvolte e di “test illegale di un farmaco non registrato”, dal momento che il Trovan non era mai stato somministrato in precedenza a persone affette da meningite.
E’ proprio sulla base di questo dossier che alcune famiglie nigeriane presentarono nel
Ora invece a Kano il processo si è finalmente messo in moto, malgrado il boicottaggio aperto della multinazionale, la quale è riuscita a rimandare la prima udienza di alcuni mesi (da luglio a ottobre) per vizi di forma.
Nel frattempo però la stessa Pfizer è finita nel mirino anche dello stesso governo nigeriano. Quest’ultimo lo scorso giugno, ha intentato causa alla multinazionale presso una Corte Federale di Abuja (la capitale del paese), chiedendo una cifra più di due volte superiore a quella richiesta dal tribunale di Kano: 7 miliardi. Le ragioni addotte dal governo sono le stesse così come uguale appare la strategia ostruzionistica della corporation: quest’ultima ha infatti presentato un’ingiunzione presso il tribunale di Lagos (seconda città della Nigeria) che di fatto impedisce alla polizia di portare in tribunali i funzionari della compagnia.
La corte Federale di Abuja ha cosi aggiornato il caso al prossimo 28 gennaio.
E’ difficile prevedere quale sarà l’esito dei due processi ed in particolare di quello intentato dal governo. Un verdetto di condanna della multinazionale potrebbe davvero configurarsi come un precedente storico e di certo la corporation americana farà di tutto per evitarlo. In ogni caso il danno di immagine subito non è certamente sottovalutabile e si auspica che almeno quest’ultimo possa davvero fungere da precedente e rafforzare la vigilanza sull’operato delle multinazionali occidentali nei paesi dell’Africa subsahariana.
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