martedì 25 marzo 2008

L'ARGENTINA CHE NON VUOLE DIMENTICARE

Una decina d’anni fa’, nell’epilogo del suo bellissimo “A testa in giù”, Eduardo Galeano elencava tra i sogni-auspici per il nuovo millennio alle porte che «le pazze di Plaza de Mayo» potessero divenire presto «un esempio di salute mentale, poiche' si rifiutarono di dimenticare nei tempi dell’amnesia obbligatoria».
Tante cose sono passate da quel lontano ’98, e il mondo di oggi, finalmente libero per molti versi dal Washington Consensus, è sicuramente meno ingiusto per i popoli al di sotto del Rio Bravo (o perlomeno del Canale di Panama) di una decina di anni fa’.
Anche se «le pazze» non sono ancora per tutti «un esempio di sanità mentale», se Videla e soci hanno ancora (tragicamente) troppi fan nel paese di Cortazar e Gardel, se le zone buie sono ancora tante, se la desaparición di Julio Lopez e lo pseudo-suicidio di Febres preoccupano e non poco, l’Argentina non è più il paese dell’”amnesia obbligatoria”.

E allora questo 24 marzo, caratterizzato da due lunghi cortei lungo le strade di Buenos Aires, con un po’ di bestiacce come Won Wernich ed Etchecolaz finalmente in carcere, non è lo stesso di sempre. Lontano da “obbedienze dovute” e “punti finali”, questo 24 marzo si colora un po’ più di speranza.

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1 commento:

Roberto ha detto...

l'argentina è ancora satura di spazzatura, un po come napoli è sommersa da personaggi che andrebbero ad affollare le discariche di paesi anche solo lontanamente civili.inoltre, oltre ad avere ancora numerosi sostenitori (sig!) i responsabili della dittatura sono ancora attivi politicamente, vedi la Sociedad Rural ed il suo vergognoso sciopero.
comunque,come tu ricordi,la situazione sta evolvendo e le leggi della vergogna sono state cancellate, anche grazie alle "pazze".
saluti, Roberto

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