sabato 10 marzo 2007

8 MARZO A TEHRAN

Forse è così. Dell’Iran se ne parla solo quando fa comodo. Quando è utile per sostenere la politica del governo israeliano o di quello americano nella regione o, viceversa, per screditare quella del governo venezuelano – senza nulla togliere alla gravità delle posizioni negazioniste del presidente Ahmadinejad, ovviamente.
Degli studenti che protestavano contro il sedicente convegno storico sulla shoah lo scorso dicembre a quanto pare ce ne siamo dimenticati assai presto – né sorte migliore aveva avuto il grande movimento giovanile per la democrazia e la libertà d’espressione del 2003, quando al governo c’era ancora Khatami.
Allo stesso modo l’altro ieri non pare che i grandi mezzi di comunicazione abbiano deciso, nel solito tripudio di mimose a reti unificate, di volgere lo sguardo alla repubblica islamica governata da Ahmadinejead.
Nel giorno della festa della donna meglio presentare i soliti modelli di donne fintamente emancipate, rampanti e in carriera, magari detentrici di mascolini titoli sportivi…perché rovinarsi la festa con le brutte notizie in arrivo da Terhan, con la storia di un gruppo di attiviste femministe, arrestate per “attentato alla morale islamica” (sigh) e sbattute nel tremendo carcere di Evrin? …Meglio lasciar perdere. Non serve a lanciare anatemi in favore della lotta al terrorismo internazionale, né a rinfocolare la solita storia dello scontro di civiltà (anzi semmai il contrario, proprio perché dimostra che i paesi islamici non sono monolitici come si vuole fare credere, ma invece molto si muove al loro interno...) Quindi meglio lasciar perdere. E chissenefrega se queste donne lottano dal giugno scorso, nell’indifferenza generale, per il riconoscimento dei loro diritti più basilari, come quello al divorzio, alla possibilità di custodia dei figli, all’uguaglianza di fronte alla legge, all’abolizione della poligamia.
Non vogliono essere donne di successo, non vogliono stare al centro della scena, in ossequio ai nostri baluginanti modelli di vita occidentali, ma vogliono solo vedersi riconosciuti i propri diritti e la propria dignità. E quindi non c’interessano.

Per chi vuole saperne di più consiglio questi due articoli:

http://www.megachip.info/modules.php

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=64192

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