venerdì 30 marzo 2007

UNO, NESSUNO, CENTOMILA ISLAM (E CRISTIANESIMI)

Ieri sera Anno Zero di Santoro ha dedicato una puntata al problema della violenza sulle donne islamiche (e non solo). L’ha fatto senza ideologismi e schematismi, raccontandone la quotidiana sofferenza senza alzare inutili barricate e steccati.
E ha riproposto una questione di non poco conto: quella dei cittadini musulmani moderati – l’espressione è bruttissima, lo so, e la utilizzo solo perché indicativa - coloro che lottano tutti i giorni per il rispetto dei diritti delle donne nel mondo mussulmano, per un Islam meno pervasivo e più laico ecc…
In Italia (e non solo) tutti costoro sono stretti tra due fuochi. Da un parte l’avversario interno spesso crudele, l’islam tradizionalista ed oscurantista, a volte anche confuso o improvvisato teologicamente, ma comunque brutalmente repressivo e patriarcale. Dall’altra l’ avversario esterno: la visione propria di molta parte degli italiani (non solo elettori della Lega) che considera il mondo islamico come un tutt’uno uniforme da rifiutare a priori, perché inferiore, perché indietro cinquecento anni rispetto alle nostre (presunte) conquiste e così via…
A ciò si aggiunge l’indifferenza di gran parte della sinistra, quella che con la scusa di un presunto rispetto delle culture altre si disinteressa dei veri problemi dei cittadini arabi in Italia, che magari s’indigna per la continua apertura di scuole confessionali cattoliche ma brinda invece all’esistenza di scuole confessionali islamiche e di tutti gli altri ghetti possibili (…ad essi in ogni caso fa da contraltare l’atteggiamento opposto di chi trova scandalosa l’apertura di una sparuta scuola islamica ed intanto finanzia a man bassa quelle cattoliche…).
Tutte queste concezioni malgrado i diversi assunti di partenza portano allo scontro di civiltà. Il considerare sempre le varie culture o religioni come qualcosa di monolitico, come delle monadi e non come dei mondi plurali e molecolari attraversati da continue dinamiche dialettiche porta allo scontro di civiltà. Anche quando a volte è mascherato da dialogo ed animato da buone intenzioni. Il problema peraltro non riguarda solo l’Islam. Ha riguardato e continua a riguardare anche la chiesa cattolica, anch’essa stretta tra la deriva intollerante di Ratzinger&Ruini che vorrebbe mettere fine ad ogni dissenso che sia relativo a questione dottrinarie o più mondanamente a Dico&coppie di fatto, e i fumi di un (purtroppo sempre esistente) pregiudizio anticlericale che porta alcuni a omologare e rifiutare tutto il mondo cattolico in blocco, come se questo fosse lo stesso in Vaticano o a Barbiana, a Washington o a Korogocho, a San Giovanni Rotondo o all’Isolotto.

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