sabato 24 marzo 2007

IL DOVERE DI UN CATTOLICO

Apprendo da un articolo sull’Unità che sul sito dell’incriminato (ma non troppo) Prosperini si possono vedere gli eccelsi filmati della sua televisione on-line nei quali l’assessore ai giovani della Regione Lombardia esprime, sempre con il consueto garbo, le sue opinioni sui fatti salienti dell’attualità nostrana. Nella puntata di lunedì scorso, dal titolo «Rispettiamo il Papa» il nostro, parlando di un manifestante che al recente corteo in favore dei Dico portava un cartello contro Ratzinger, si esprimeva così: «Uno sporcaccione maledetto che andava preso a bastonate per una settimana». E ancora: «Dargli due pappine sulla faccia mi sembrava una cosa normale, il gesto che qualsiasi cattolico dovesse fare...»
Menomale che c’è Prosperini a ricordarci qual è il dovere di un cattolico – visto che di questi tempi non la fa nessuno…Anche se a me personalmente le sue parole ricordano più che altro ciò che dicevano del proprio figlio i genitori di Virgil, il protagonista di Prendi i soldi e scappa di Woody Allen: «Se nostro figlio era credente? Certo gli abbiamo insegnato il Vangelo a bastonate!» Ora io non ricordo nel Vangelo che come tutti ho letto ampiamente da bambino e poi da adolescente/adulto alcun riferimento esecrante nei confronti dell’omosessualità , dei diritti delle coppie di fatto, e neppure del diritto di criticare il pontefice. Al contrario il Vangelo mi risulta pieno di esortazioni ad amare il proprio nemico (quandanche sotto le vesti di avversario politico) e a non commettere atti di violenza nei confronti di nessuno. Ma tutto questo ovviamente non interessa al Papa dalla scomunica facile, che preferisce giustamente prendersela con la Teologia della Liberazione che tanto ha fatto per il progresso dell'America Latina, piuttosto che con i nazisti di casa nostra. Amen.

2 commenti:

Davide Bona ha detto...

Visto che hai lasciato un commento al mio blog, ti ringrazio e ti rispondo sul tuo, dato che parliamo comunque più meno dello stesso argomento.
Sono totalmente d'accordo con te, a parte la questione della secolarizzazione: tu credi che Woityla non la pensasse allo stesso modo? Io credo di sì, e, ripeto, il fatto che Ratzinger fosse il suo teologo lo dimostra (la chiesa, lo sai bene, mostra pochi spazi di libertà di pensiero, sopratutto fra stretti collaboratori). Dunque la differenza sta tutta qua, ed è qui che entra in gioco la "simpatia" (e la furbizia) di Woityla: sapendo che l'idea sarebbe stata poco popolare, non l'ha dichiarata apertamente, ma ha lavorato tra le maglie dello Stato per attuarla. Nel contempo, in pubblico mostrava il suo carisma e la sua simpatia nelle cose più "facili" (Mafia, guerra in Iraq ecc.). Questo vale ovviamente per tutto, compreso ciò di cui parli tu.
Risultato: Woityla Santo Subito.
A 'sto punto preferisco Ratzinger, è più sincero.

Giorgio Crespi ha detto...

Ciao. Stavo cercando la possibilità di una rappresentazione da effettuare in parrocchia su don Lorenzo Milani e ho incontrato il tuo blog. Per il quale ti faccio i miei complimenti.
Anch'io ne ho creato uno da poco tempo, ancora tutto da riempire e progettare. Se ti interessa puoi dare un'occhiata:
http://musike777.blogspot.com/

Ciao e complimenti ancora.

Giorgio.

giopi61@alice.it

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